Passaggio di consegne da ANTARES a KM3NeT sul fondo del mare

Si è conclusa recentemente, dopo 16 anni di attività, l’avventura scientifica e tecnologica di ANTARES, il primo telescopio per neutrini sottomarino mai realizzato al mondo.

Installato a 2500 metri di profondità, 40 km al largo della costa di Tolone in Francia, ANTARES ha prodotto importantissimi risultati e dimostrato la validità delle soluzioni tecnologiche, lasciando in eredità a KM3NeT, l’ambizioso progetto di ricerca multisito in fase di realizzazione nel Mediterraneo, la missione dello studio del cosmo mediante la rivelazione di neutrini.

Installazione della prima linea di ANTARES il 14 febbraio 2006
Installazione della prima linea di ANTARES il 14 febbraio 2006

Gli abissi marini più profondi non rappresentano soltanto l’ultima frontiera nella esplorazione del nostro pianeta ma offrono anche opportunità straordinarie per lo studio del cosmo e dei suoi componenti fondamentali. E’ questa la motivazione scientifica sia di ANTARES (Astronomy with a Neutrino Telescope and Abyss Environmental RESearch) che di KM3NeT (KM3 Neutrino Telescope), due iniziative sperimentali realizzate con una sostanziale partecipazione dell’INFN all’interno di ampie collaborazioni internazionali.

Dalla sua posizione nell’emisfero nord, ANTARES per lunghi anni è stato il rivelatore con maggiore sensibilità nello scrutare il cielo dell’emisfero sud, contribuendo in modo significativo al nuovo campo d’indagine dell’astronomia multimessaggera e dell’astrofisica dei neutrini di alta energia.

Modulo ottico di KM3NeT durante una ispezione sottomarina a grande profondità
Modulo ottico di KM3NeT durante una ispezione sottomarina a grande profondità

Marco Circella, ricercatore dell’INFN di Bari che è stato per 6 anni il coordinatore tecnico di ANTARES e per 4 il Technical Project Manager di KM3NeT, commenta: “Il gruppo di ricerca di Bari ha dato un contributo formidabile sia ad ANTARES che a KM3NeT. Basti pensare che un terzo dei moduli elettronici sottomarini di ANTARES sono stati costruiti presso la nostra Sezione. A ciò si aggiunge il coordinamento per lungo tempo delle attività di calibrazione dell’apparato e i contributi all’analisi dei dati. La sfida per KM3NeT è stata ancora più grande: realizzare soluzioni che permettessero di costruire questo apparato gigante in tempi ragionevoli e con affidabilità tale da non richiedere manutenzione in situ.”

Irene Sgura, tecnologa dell’INFN di Bari con incarico del coordinamento delle attività di integrazione dei moduli di base delle linee di rivelazione, spiega: “Il nostro gruppo si è da sempre caratterizzato in KM3NeT per il suo ruolo di riferimento nella progettazione e prototipizzazione di parti cruciali dell’apparato, quale il contenitore di interfaccia elettro-ottica posto alla base delle linee di rivelazione e le strutture di ancoraggio e installazione delle linee sul fondo marino. Questi sviluppi sono stati determinanti per avviare con successo la costruzione dell’apparato.”

Cosimo Pastore, tecnologo dell’INFN di Bari, è responsabile della realizzazione del nuovo laboratorio di KM3NeT, attrezzato per l’integrazione dei moduli di base delle linee di misura e per misure meccaniche di precisione, finanziato nell’ambito del progetto PACK (Potenziamento Appulo-Campano di KM3NeT).

Commenta Pastore: “Puntiamo ad estendere ulteriormente le attività per KM3NeT presso la nostra sede e per questo nel progetto KM3NeT4RR, proposto per un finanziamento nell’ambito del PNRR (il Piano Nazionale per la Ripresa e la Resilienza), abbiamo previsto l’implementazione di un nuovo laboratorio attrezzato per l’integrazione delle linee di misura, da realizzare in collaborazione con il Politecnico di Bari”.

Ad un esperimento che si conclude quindi, quale ANTARES, corrispondono le alte aspettative di un esperimento in avvio quale KM3NeT.
Il Mediterraneo continuerà così ad essere un osservatorio di frontiera per investigare i segreti del cosmo.