Come varia l’intensità e la frequenza dei quanti di luce?Come si possono deviare in un tubo vuoto?
A questa domanda di Andrea M. ha risposto Sarah Libanore.
A questa domanda di Andrea M. ha risposto Sarah Libanore.
Alla fine del 19esimo secolo, da misure dello spettro elettromagnetico della luce, i fisici si resero conto di alcune contraddizioni tra la teoria presente allora per descrivere la luce e gli esperimenti. A quel tempo, la radiazione luminosa era descritta come un fenomeno puramente ondulatorio. Ciò era inconsistente con le osservazioni degli spettri termici dei corpi e l’emergenza di una nuova teoria esplicativa si fece avanti all’inizio del secolo. Ancora oggi, il termine “castrofe ultravioletta”, nato a quel tempo per descrivere rappresentativamente il problema, viene utilizzato in contesti analoghi. L’intuizione di Max Planck, basato sull’idea che il corpo nero potesse emettere/assorbire pacchetti di energia luminosa in ‘quanti’, si rivelò corretta e portò Einstein all’idea che la luce fosse composta di particelle, poi chiamate fotoni.
L’energia di un fotone è dalla formula
dove h è la costante di Planck e ν denota la frequenza dell’onda elettromagnetica.
La risposta è sì.
Mentre alla domanda, il fotone ha massa? La risposta è no.
Per capire meglio, bisogna fare una breve precisazione circa alla definizione di massa. In questo caso la confusione nasce da un problema di definizione. Spesso si conosce l’espressione per l’energia di un fotone ( E=hν ) e la famosa formula di Einstein E=mc². E così dall’uguaglianza tra le due si è portati a pensare che il fotone abbia massa m ≠ 0. Il problema sta nel fatto che la quantità m che compare nella formula di Einstein è la cosiddetta “massa relativistica”: si tratta di una concezione diversa di massa da quella a cui siamo familiari; la m.r. è una misura dell’energia della particella, e varia con la velocità. Per convenzione, ciò che quotidianamente chiamiamo ‘massa’ non è la ‘massa relativistica’ ma, con la terminologia moderna, la ‘massa invariante’. Quest’ultima è una proprietà intrinseca della particella e, come si deduce dal nome, è indipendente dal sistema di riferimento. La sua ‘invarianza’ in tal senso la rende una quantità utile e concettualmente ben definita.
Se si vuole si può affermare che il fotone ha ‘massa relativistica’ non nulla, ma quest’affermazione non ha molto seguito dal punto di vista pratico e del senso fisico.
Una volta riportato il termine ‘massa’ al vocabolario moderno e fatta chiarezza, veniamo a quest’altra domanda. L’energia di una particella di massa m e momento p è data dalla formula
dove c è una costante universale, es. la velocità della luce.
Inserendo nella formula m=0, otteniamo che una particella con massa nulla ha l’energia E=pc diversa da zero. Potrebbe nascere anche qui una certa confusione rievocando dalla fisica newtoniana la relazione p=mv che definisce il momento in termini di massa e velocità della particella. Anche stavolta, si tratta dello stesso problema semantico. Non bisogna cadere in errore: la formula del momento newtoniano si generalizza in relatività speciale allo stesso modo, ma sempre dando alla massa la connotazione di `massa relativistica’.
Infine, cos’è precisamente un fotone in Fisica? Il fotone è una delle particelle elementari descritte dal Modello Standard. Appartiene alla categoria dei bosoni (le particelle con spin intero), ha massa nulla e spin 1. I bosoni sono considerati i mediatori delle interazioni, e nel caso del fotone esso è mediatore dell’interazione elettromagnetica.
A questa domanda di Gianni C. ha risposto Pietro Grutta.
A questa domanda di Michele Te. ha risposto Angelo Ricciardone.
Prima di tutto, bisogna specificare che massa e peso sono due grandezze ben diverse.
La massa, misurata in chilogrammi (kg), indica la quantità di materia di un corpo e non cambia, indipendentemente da dove si trova il corpo. Il peso, o più correttamente la forza peso, di un corpo invece indica la forza che agisce sul corpo a causa della gravità e cambia quindi con la posizione del corpo. Sulla Terra, il peso di un oggetto ha un certo valore, sulla Luna un altro, su Giove un altro ancora. Il peso cambia con la distanza perché l’oggetto “sente” meno la forza del corpo che lo attira. Il peso viene misurato in Newton (N).
Il motivo principale per la confusione tra massa e peso è il fatto che nel quotidiano spesso anche le misure di peso vengono date in chilogrammi. Quando ci mettiamo su una bilancia per vedere “quanto pesiamo” il risultato ci viene fornito in kg, anche se quello che misuriamo non è la massa ma il peso. L’unità di misura usata per la bilancia in realtà si chiama “chilogrammo-forza (kg-f)” e viene usata per motivi di praticità al posto del Newton in modo che i valori ottenuti dalla bilancia sulla Terra corrispondano abbastanza bene alla massa misurata in kg. Così ci siamo abituati ad esprimere il nostro peso direttamente in kg, anche se questo in realtà è formalmente sbagliato.
Per determinare la massa della Terra possiamo confrontare l’attrazione che esercita su un corpo di massa conosciuta con quella che un altro corpo di massa conosciuta ad una distanza nota dal primo corpo esercita su di esso. Possiamo anche analizzare le orbite dei corpi intorna alla Terra, considerando che ci sono due forze in gioco. La prima è la forza gravitazionale, la seconda è la forza centrifuga che comporta l’allontanamento dei corpi. Così, osservando l’orbita per esempio di un satellite possiamo risalire alla massa della Terra.
Quello che troviamo è una massa piuttosto grande: 5.972.000.000.000.000.000.000.000 kg ovvero quasi 6 mila di miliardi di miliardi di tonnellate.
A questa domanda di Michele Tu. ha risposto Sabine Hemmer.